Riflettendo sulle fonti che hanno ispirato e documentato la mia tesi, c’è da dire in
effetti che il materiale raccolto esula un po’ dal concetto di bibliografia di una tesi giuridica. Nella
nostra facoltà si trovano frequentemente bibliografie suddivise nella classica tripartizione “testi
normativi, giurisprudenza e dottrina”, ma in questo caso la situazione è decisamente meno
schematizzabile. La maggior parte degli spunti di riflessione è scaturita da assidue navigazioni in
Internet, le quali, per di più, si sono svolte solo raramente in siti istituzionali di raccolta di
documentazione giuridica e più di frequente in siti privati di appassionati al tema o in siti di
organizzazioni no-profit e di progetti di sensibilizzazione.
Ad ovviare al rischio di scarsa giuridicità del materiale è poi subentrata un’operazione di
reperimento di saggistica giuridico-professionale e di scritti privati di altri studiosi che si sono prima di
me imbattuti in argomenti simili. Inoltre, un aspetto con cui deve necessariamente fare i conti chiunque
si accinga ad una ricerca in ambito informatico: gran parte dei testi più interessanti e recenti mi è giunta
in lingua inglese, comportando un preventivo lavoro di cernita e di esegesi (i cui frutti sono in parte
riscontrabili in appendice a questa tesi
3
).
Un’ultima avvertenza: data la natura telematica dei testi-fonte, in alcuni casi mi risulterà
impossibile completare le note bibliografiche con il riferimento alle pagine precise, come invece è
d’uopo fare con i testi cartacei; cercherò di supplire a questa carenza indicando ove possibile il capitolo
e il paragrafo del lavoro a cui si fa riferimento e, in caso di singole pagine web, riportando l’URL
specifico.
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