CAPITOLO II - DINAMICA STORICA DEL MOVIMENTO OPENSOURCE: 6. LA SVOLTA DI LINUX

Per un risultato completo e perfetto – pensavano probabilmente gli stessi volontari del progetto GNU – c’era bisogno di un certo grado di controllo e centralizzazione del lavoro; un lavoro colorato di una certa solennità, simile all’opera di un geniale architetto nel realizzare una grande cattedrale. Questo era ciò che molti credevano, probabilmente anche gli stessi artefici del progetto GNU. Eppure nel 1991 giunse il miracolo; un miracolo che però non derivava dalla cattedrale in costruzione ma proprio da quel grande bazar che era la ridistribuzione libera. In quell’anno, infatti, un giovane studente d’informatica dell’Università di Helsinki cominciò a sviluppare un kernel Unix-compatibile usando un kit di strumenti software della Free Software Foundation: si chiamava Linus Torvalds e il suo ‘figlio prediletto’ fu chiamato – la leggenda vuole per un errore casuale – Linux. Come lo stesso Stallman fa notare, “attorno al 1992, la combinazione di Linux con il sistema GNU ancora incompleto produsse un sistema operativo libero completo […]. E’ grazie a Linux che oggi possiamo utilizzare una versione del sistema GNU” . Come prevedibile, il guru della FSF prosegue precisando che appunto il nome corretto del sistema dovrebbe essere GNU/Linux , per rendere il giusto merito a tutte le camicie sudate dalla folta schiera di sviluppatori che hanno preparato il terreno a Torvalds. Raymond sottolinea dal canto suo come il quid pluris apportato da Linux fosse non tanto a livello tecnico quanto a livello sociologico. Vista l’efficacia delle sue parole in proposito, è il caso di riportare gli stralci più emblematici dei due articoli presi in esame.

“La caratteristica fondamentale di Linux, tuttavia, non era tanto tecnica quanto sociologica. Fino allo sviluppo di Linux, era pensiero comune che qualsiasi software complicato come un sistema operativo, dovesse essere sviluppato in modo attentamente coordinato da un ristretto gruppo di persone ben collegate tra di loro. Questo modo di operare era, ed è tuttora, tipico sia del software commerciale che delle grosse cattedrali di freeware costruite dalla Free Software Foundation negli anni '80 […]. Rimasi non poco sorpreso dallo stile di sviluppo proprio di Linus Torvalds: diffondere le release [= versioni, n.d.r.] presto e spesso, delegare ad altri tutto il possibile, essere aperti fino alla promiscuità. Nessuna cattedrale da costruire in silenzio e reverenza. Piuttosto,la comunità Linux assomigliava a un grande e confusionario bazar, pullulante di progetti e approcci tra loro diversi […].”  

Gli stessi concetti sono ripresi con maggiore sintesi nella ricostruzione storico-biografica compiuta da Sam Williams:

“I programmi GNU sembravano “cattedrali”, monumenti all’etica hacker, impressionanti, pianificati in modo centralizzato, costruiti per durare nel tempo. Linux, d’altra parte, era più simile a ‘un grande bazar vociante’, un programma sviluppato grazie alle dinamiche sciolte e decentrate offerte da Internet.  Linux (anche se era solo la punta dell’iceberg) divenne così la prima vera e concreta dimostrazione al mondo intero che la comunità hacker e il movimento per il software libero non era solo uno scoordinato gruppo di visionari idealisti e che le cose potevano realmente (e drasticamente) cambiare.”



Open Source e opere non software:

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