CAPITOLO V - OPENSOURCE E COPYLEFT NELLE OPERE NON SOFTWARE: 4.1. GLI SCOPI

Il sostantivo ‘Commons’, che letteralmente indica il ‘popolo’, cioè l’insieme delle persone comuni, per estensione potrebbe essere qui tradotto con ‘collettività’ o ‘comunione’ nel senso del mettere in comune, del condividere liberamente. Nella disegno dei fondatori infatti c’era l’idea di dar vita ad una collettività di creazioni artistiche e di persone creative, le quali si avvicinano all’arte per il mero gusto della creatività e dell’espressione, al di là delle ottiche di guadagno tipiche del classico paradigma di proprietà intellettuale. Una sorta di “zona franca”, di “riserva naturale” , in cui gli artisti si possano sentire liberi dalla logica spesso poco incoraggiante derivata da uno sviluppo abnorme e distorto del copyright, il quale da mezzo per l’incentivo della creatività si fa sempre più ostacolo legale e burocratico alla possibilità d’espressione.

L’apparato di principi del progetto non si pone in polemica con il mondo dell’imprenditoria culturale (sia essa editoria, produzione discografica, produzione cinematografica) la quale persegue legittimamente dei profitti, tutelando i suoi cospicui investimenti per mezzo del diritto d’autore, ma vuole che questo non si trasformi necessariamente in un’arma a doppio taglio a scapito dei singoli artisti indipendenti. Come è giusto che sia tutelata la struttura imprenditoriale, è però anche giusto che venga tutelata la libertà d’espressione di colui che, magari solo in via estemporanea, vuole esprimere artisticamente la propria personalità, senza voler necessariamente entrare nelle maglie del mercato dell’editoria. Come si legge nel sito ufficiale del progetto “Creative Commons cercherà di realizzare un sistema di tutela di opere dell'intelletto. […]

Questa tutela proteggerà opere di particolare valore pubblico dalla proprietà privata esclusiva. Incoraggeremo le persone a devolvere i loro copyrights affinché siano pubblicamente disponibili.” Anche qui, come nell’impostazione del progetto GNU, non si tratta di ingaggiare una guerra indiscriminata contro il copyright, bensì solo di ridimensionarne alcuni aspetti problematici e adattarne la visuale al nuovo contesto di comunicazione digitale e telematica, con un particolare sguardo per la crescente multimedialità. Il tipo di opere abbracciate dal concetto di ‘libera espressione’ è intuibilmente molto più ampio di quello di ‘libera diffusione delle conoscenze’; difatti il progetto Creative Commons si occupa di incentivare e raccogliere opere di ogni tipo, da quelle letterarie (sia tecnico-scientifiche, sia narrative o poetiche) a quelle musicali, da quelle figurative in generale a quelle cinematografiche. Inoltre il progetto intende realizzare un immenso database di opere concesse in libera condivisione e s’impegna a “sviluppare un ampio catalogo di lavori di alta qualità su diversi media, e promuovere un'etica basata sulla condivisione, l'educazione del pubblico e l'interazione creativa.”



Open Source e opere non software:

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